TUO FIGLIO NON È STRANO, È SOLO AFFETTO DA CREATIVITÁ DIFFUSA PUNTIFORME.

La CDF, Creatività Diffusa Puntiforme è una patologia che colpisce il 40% della popolazione mondiale, senza distinzioni di sesso, razza o ceto sociale. Essendo virale, la Creatività Diffusa Puntiforme può essere particolarmente contagiosa nei casi in cui l’individuo venga a contatto con personalità brillanti in grado di produrre ispirazione profonda o innescare ragionamenti che lascino la mente libera di volare oltre gli schemi.  Tuo figlio è affetto da Creatività Diffusa Puntiforme se manifesta i seguenti sintomi:

  1. Sogno ad occhi aperti. I processi cerebrali attivati nel “sogno ad occhi aperti” sono gli stessi associati alla fantasia e alla creatività. Quando, guardando tuo figlio, nutrirai il sospetto che abbia la testa tra le nuvole in realtà potrebbe trovarsi in una fase di incubazione creativa.sogno ad occhi aperti
  2. Osservazione di ogni cosa. Nei casi avanzati la Creatività Diffusa Puntiforme comporta una vivace curiosità unita alla capacità di leggere negli eventi innumerevoli possibilità. Il creativo riesce a cogliere piccoli dettagli e a caricarli di significati profondi e inattesi.
  3. Propensione a lavorare ad orari insoliti. Se tuo figlio ha scambiato il giorno per la notte e non usa più il pannolino da almeno 25 anni, è probabile che segua il flusso della sua mente e strutturi le sue giornate di conseguenza.
  4. Bisogno di solitudine. Gli individui affetti da Creatività Diffusa Puntiforme hanno bisogno di entrare in contatto con la loro parte più intima per riuscire ad esprimere ciò che hanno dentro.
  5. Ricerca di nuove esperienze. La produzione creativa è l’espressione tangibile di un mix di apertura emozionale, attitudine all’ elaborazione fantastica e spiccato orientamento all’ esplorazione.ricercare nuove esperienze
  6. Necessità di circondarsi di bellezza. L’animo creativo si nutre di bellezza. Il senso estetico va ricercato e contemplato ovunque ed in ogni sua forma.
  7. Perdita della cognizione del tempo. Nello stato di Creatività Diffusa Puntiforme l’individuo si pone in una condizione mentale di totale estraneità rispetto allo scorrere del tempo. La sua concentrazione è tale da renderlo immune da qualsiasi pressione esercitata dall’ ambiente esterno.
  8. Capacità di unire i puntini. Nei casi più gravi di Creatività Diffusa Puntiforme i soggetti costruiscono nella loro mente una visione, frutto dell’incontro di pensieri, idee e situazioni diverse. Talvolta tale visione genera scenari e azioni in grado di condizionare la vita di molti, determinando cambiamenti epocali.  

Se hai riconosciuto almeno 6 di questi 8 sintomi tuo figlio è destinato ad essere un individuo fuori dal comune. Tranquillo, in un mondo che funziona al contrario vince chi ragiona abbattendo la rigidità degli schemi e lasciando il pensiero libero di fluire, alla ricerca di associazioni e spunti in grado di arricchirlo e di produrre crescita. E poi ogni tanto, tra tutti gli individui affetti da Creatività Diffusa Puntiforme, emerge un genio. Riconosci qualcuno?Steve Jobs giovane con la mela

La creatività è solo saper connettere le cose. Quando si chiede alle persone creative come hanno fatto qualcosa, si sentono un po’ in colpa, perché in realtà non lo fanno, hanno solo visto qualcosa.

“Non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all’ indietro. Dovete aver fiducia. Fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa.”

Steve Jobs

STIMOLARE LA CREATIVITÀ CON LE MAPPE MENTALI

Oggi vi parlo di uno strumento molto utile nello sviluppo del pensiero creativo, utilizzato per migliorare la nostra capacità di produrre nuove idee e che, una volta acquisito, vi consentirà di avere una maggiore elasticità mentale e di apprendere informazioni più rapidamente.

stimolare la creatività

La nostra mente tende ad associare immagini e pensieri in modo spontaneo e naturale. Le mappe mentali sfruttano questa attitudine del cervello per trasferire e fissare concetti in modo efficace. Ma, vi starete chiedendo, come funzionano?

Le mappe mentali si basano su una potente tecnica grafica che funziona come una chiave universale capace di “aprire” il cervello umano per liberare il suo potenziale.

Grandi geni come Mozart, Einstein, Picasso e Leonardo, nel momento della creazione, affidavano le loro idee a schizzi, bozzetti, appunti e disegni che li aiutavano a mettere a fuoco, con estrema sintesi visiva, un’intuizione che successivamente avrebbero elaborato.

guernica-schizzi

L’utilizzo delle mappe mentali ci induce a sfruttare appieno il potenziale del nostro cervello, supportandoci nelle fasi decisionali, nell’ apprendimento e nello sviluppo della creatività. L’ efficacia delle mappe mentali è riconducibile al modo in cui sono costruite; la struttura delle mappe mentali infatti, con i suoi rami interconnessi, riproduce perfettamente la struttura gerarchica del pensiero.

Come è fatta una mappa mentale?

Una mappa mentale che si rispetti deve essere EFFICACE, STIMOLANTE, BELLA DA VEDERE e DIVERTENTE DA CREARE.

Al centro c’è il FOCUS, ossia il punto nodale su cui concentrare l’attenzione.

Dal centro partono dei rami che rappresentano i temi principali.

A ciascun ramo è associata un’immagine, una parola chiave* o un dettaglio tecnico.

Dai rami principali si diramano altre ramificazioni minori che rappresentano i temi secondari.

mappe mentali

*Una PAROLA CHIAVE è una parola che da sola è in grado di rievocare un intero concetto.

5 “parole magiche” per creare la mia mappa mentale:

“La vera libertà mentale è la capacità di creare ordine dal caos” – Tony Buzan

5 parole magiche

  1. Enfasi. L’entusiasmo è un grande alleato di memoria e creatività. Mettiamo al centro le parole e le immagini più importanti. Scriviamo in maiuscolo variando la dimensione dei caratteri a seconda del rilievo degli argomenti.
  2. Associazione. La creazione di collegamenti è alla base dello sviluppo di nuove idee. Usando le frecce nello schema a rami diamo una direzione spaziale ai pensieri. Colori, figure e codici migliorano la visualizzazione delle connessioni e ci consentono di personalizzare la mappa.
  3. Chiarezza. Usando una sola parola chiave per linea riusciremo ad individuare subito il concetto principale. Scrivendo in stampatello avremo una fotografia e immediata per la nostra mente.
  4. Personalizzazione. Lo stile della mappa rispecchia lo schema mentale di chi la disegna. Più la rendiamo personale più il nostro cervello sarà in grado di identificare nello schema le proprie modalità di ragionamento.

PLUS! Per approfondire…

Breve storia delle mappe mentali:

Sul finire degli anni 50 lo psicologo americano David Ausubel parlò di apprendimento significativo, sostenendo che per apprendere in modo significativo gli individui devono poter collegare una nuova informazione a concetti che già possiedono. La conoscenza avviene attraverso l’elaborazione del significato. Questa teoria è agli antipodi rispetto a quella dell’apprendimento meccanico che sostiene che il contenuto è già definito nel suo significato e l’allievo deve solo imprimerselo nella mente. Secondo Ausubel l’apprendimento avviene per scoperta, essendo un processo partecipato e attivo.

Negli anni 60 Joseph D. Novak rielaborò le teorie di Ausubel e creò le mappe concettuali per schematizzare e integrare nuove idee e informazioni in strutture cognitive preesistenti, basandosi sulla capacità del pensiero di creare associazioni.

Nei primi anni 70 Tony Buzan, attualmente uno dei massimi esperti di apprendimento a livello mondiale, ha elaborato e divulgato le idee di Novak dando origine alle mappe mentali. Il suo libro Usiamo la testa è considerato tra i migliori del millennio.

DUE SEMPLICI TRUCCHI PER VINCERE LO STRESS E MIGLIORARE LA CONCENTRAZIONE

Tutti i santi giorni siamo presi da mille impegni, la routine ci deprime e il tempo da dedicare a noi stessi è una chimera. Una delle parole più ricorrenti nel nostro vocabolario è “STRESS”. Ma cos’è lo stress?

Lo stress è la risposta del nostro organismo alla pressione  che riceve da diversi tipi di stimoli, che possono essere fisici, mentali, sociali o ambientali (la fatica, gli impegni di lavoro, gli obblighi, le richieste del contesto in cui viviamo). Ci sono due tipi di stress:

L’ EUSTRESS: è lo “STRESS BUONO”, ossia la stimolazione fisiologica che ci induce a produrre risultati maggiori, utilizzando al meglio le nostre risorse fisiche e mentali.

IL DISTRESS: è la componente negativa dello stress, la risposta dell’organismo che produce debolezza e genera angoscia, panico e paura, rendendoci improduttivi.

stress

Quando non riusciamo a gestire in modo efficace questo secondo tipo di stress ci troviamo in uno stato mentale negativo che abbassa il livello delle nostre performance. Ma c’è una buona notizia: Ho scoperto che esistono dei SEMPLICI TRUCCHI PER RIDURRE LO STRESS e soprattutto MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA NOSTRA VITA. Per raggiungere i nostri obiettivi abbiamo bisogno di sviluppare due capacità:

  1. La capacità di RILASSARCI
  2. La capacità di CONCENTRARCI

RILASSAMENTO e CONCENTRAZIONE influenzano qualsiasi ambito della nostra vita, ragion per cui, saperle usare per gestire lo stress può modificare la qualità dei risultati che otteniamo.

rilassamento

Le tecniche di rilassamento sono una meravigliosa strategia che consente al nostro cervello di:

  • rallentare la sua attività per consentigli di immagazzinare nuove informazioni
  • mantenere la calma nei momenti di forte stress
  • scaricare le tensioni fisiche e muscolari in eccesso

Nella fase di rilassamento il cervello è nella condizione ideale per produrre spontaneamente pensieri associativi e intuitivi, per memorizzare e apprendere. Nonostante appaiano semplici, le tecniche di rilassamento sono molto potenti e la loro efficacia è immediata.

Il rilassamento da solo non basta. Occorre imparare a focalizzare la mente sull’attività che stiamo svolgendo. Questo farà la differenza. Infatti, non essendo innata, la CONCENTRAZIONE SI PUÒ SVILUPPARE con un po’ di attenzione e con qualche accorgimento.

concentrazione

3 SUGGERIMENTI PER MIGLIORARE LA CONCENTRAZIONE:

  1. PRENDITI CURA DI TE. La concentrazione è influenzata dalle condizioni fisiologiche, come per esempio la stanchezza o la fame. Riposa a sufficienza, concediti piccole pause durante il lavoro e assicura al tuo corpo il giusto nutrimento in modo da fornire al tuo organismo l’energia necessaria per mettere in moto il cervello.
  2. INDIVIDUA L’OBIETTIVO. Sapere dove si focalizza la tua attenzione durante l’attività che svolgi è fondamentale. Quando intraprendi qualcosa chiedi a te stesso: COSA VOGLIO OTTENERE? QUALE OBIETTIVO VOGLIO RAGGIUNGERE? Formula le domande giuste e avrai le risposte giuste.
  3. TROVA IL TUO PERCHÉ. Se sposti l’attenzione sulla motivazione che ti spinge a compiere una determinata attività stabilisci un coinvolgimento emotivo immediato. Maggiore sarà il tuo coinvolgimento emotivo più alto sarà il tuo livello di concentrazione!

Le Cirque du Soleil all’Expo. Sogno e poesia nel viaggio di Leonardo.

Siamo arrivate!
Siamo arrivate!

Nel mio breve passaggio all’Expo realizzo finalmente un desiderio che avevo da tantissimo tempo: godermi lo show degli artisti del Cirque du Soleil!

Nella suggestiva cornice dell’Open Air Theatre è in scena “Alla vita”, lo spettacolo creato dalla compagnia canadese in occasione dell’Expo 2015.

Il Cirque du Soleil nasce negli anni 80 a Baie Saint Paul, un incantevole villaggio situato sulla riva nord del fiume St Lawrence, a est di Quebec City ad opera di Guy Laliberté, giovane artista che, incuriosito dagli abitanti del luogo riunisce musica, teatro e giocoleria in un unico spettacolo per festeggiare la celebrazione del 450mo anniversario della scoperta del Quebec.cirque du soleil

#Allavita: Narra la storia di Leonardo, che riceve in dono un seme magico da sua nonna. Da questo seme appare un amico immaginario, Farro, che lo guida in un fantastico viaggio tra stupore, coraggio e speranza.

Lo spettacolo è una commistione di generi: la meraviglia dell’arte del circo contemporaneo s’intreccia con elementi presi dal teatro e dalla danza, il tutto condito da sketch di pagliacci vestiti da improbabili chef. Ristorante di Pepe

Di colpo torno bambina, rapita da sonorità suggestive, scenografie avvolgenti e danzatori aerei. Un susseguirsi inaspettato di 14 atti in un’ora che sembra volare.Farro

#Curiosità: In 30 anni oltre 150 milioni di persone hanno assistito agli spettacoli del Cirque, che ad oggi conta 4000 dipendenti di cui 1300 artisti provenienti da 25 paesi del mondo.fiore cirque

Uno show in cui l’inaspettato si mescola alla fiaba, la coralità degli elementi scenici crea un’aura di energia palpabile e l’incanto del sogno diventa possibile.  

A proposito di Problem Solving. Ecco perché devi assumere un rompiscatole nella tua azienda.

cane occhiali

Nelle realtà d’impresa esistono due tipologie di rompiscatole: i Nostalgici e i Rivoluzionari.

I Nostalgici, restano ancorati al passato, sono poco propensi al cambiamento e guardano con reticenza l’avvento delle nuove tecnologie.

I Rivoluzionari, hanno l’entusiasmo dei pionieri,  un master in tuttologia creativa e vogliono cambiare il mondo con un click.

Come vi anticipavo sopra, sono due categorie di rompipalle. Ma talvolta meglio rompere le palle che mandare in frantumi un’ impresa per paura di cambiare. Eh sì, perché a volte all’ imprenditore lungimirante può far comodo ascoltare un rompiscatole. A patto di riconoscere quello giusto!

Caro imprenditore non tutti i rompiscatole fanno al caso tuo.

Ora ti starai chiedendo: “Come faccio a identificare un rompiscatole produttivo?”

E’ semplice, mentre i nostalgici si lamentano perché le cose non funzionano ma non fanno assolutamente nulla per migliorare la produttività della tua impresa, potresti incontrare un rivoluzionario in grado di mostrarti la tua attività da una prospettiva differente e supportarti nella gestione della tua azienda. In che modo?

Parliamo di problem solving.

Una delle caratteristiche più richieste dai selezionatori di tutto il mondo è la capacità di gestione delle criticità.

Ma, domanda da un milione di dollari, come si risolvono i problemi?

Importanti studi ritengono che la difficoltà nella risoluzione di un problema sia legata all’ incapacità di centrare il problema stesso. In parole povere, se non capisco qual è il nocciolo della questione come faccio a risolverla? Uno dei motivi più frequenti della nostra insoddisfazione riguarda il fatto che ci ostiniamo a cercare soluzioni senza aver definito realmente i problemi e quindi disagi ed i bisogni continuano a persistere.

Ecco perché sempre più aziende reputano importante disporre di risorse con la capacità di interpretare i segnali deboli della propria organizzazione, di vedere come problemi cose che ad altri sembrano normali; insomma, di guardare  un po’ più lontano per scoprire nuovi ambiti di possibile miglioramento.

Ponendosi in modo critico ma propositivo il rivoluzionario anticipa i problemi contribuendo così consistentemente all’ azione di miglioramento in azienda. Quella di cui dispone non è una competenza tecnica, ma un metodo creativo, di un approccio in grado di far emergere nuove idee e nuove soluzioni.