UNA RISATA TI SALVA LA VITA

Buongiorno amici, in occasione del giorno della memoria voglio condividere con voi una storiella del brillante scrittore ebreo Moni Ovadia che interpreta la Shoah con sagacia ed ironia:

In un lager un ebreo cerca di afferrare una buccia di patata.

Il nazista gli blocca la mano col tacco della scarpa dicendo: “Ho un occhio di vetro: se indovini qual è puoi mangiare la buccia, altrimenti muori“.

È il sinistro” risponde l’ebreo.

Come hai fatto a capirlo?” chiede incuriosito il nazista.

Ha un barlume di umanità” replica l’ebreo.

 

Morale della storia: L’ironia ti salva la vita. 

 

Cos’è il giorno della memoria?

Il 27 gennaio di ogni anno si celebra il giorno della memoria per ricordare le vittime della Shoah in occasione dell’anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e la liberazione del più grande campo di sterminio nazista, avvenuta nel 1945.

Shoah in ebraico significa catastrofe.

Tenere viva la memoria è un atto di civiltà necessario per prevenire ed evitare una nuova catastrofe.

Ricordiamocelo.

 

DISEGNA CIÒ CHE VEDI

Era il 1941. Helga Weissova era una bambina che amava disegnare.

Aveva 12 anni quando fu internata a Terezin con la sua famiglia.

Theresienstadt era il nome del campo di concentramento transitorio dal quale i prigionieri venivano smistati ad Auschwitz e Mauthausen.

Helga aveva nascosto sotto il vestito il disegno di un pupazzo di neve. Quando suo padre lo scoprì le disse: “Disegna ciò che vedi” e lei obbedì, raccontando per immagini la realtà dell’olocausto.

Disegnò sua madre che contava i capi di biancheria nel cassettone e suo padre che ne annotava la quantità, perché, prima di essere deportati, gli ebrei dovevano comunicare tutti i loro beni alle autorità.

Disegnò i dormitori spiegando che, prima dell’arrivo dei letti a castello, ogni persona doveva dormire per terra in un metro quadrato e mezzo.

Oggi quei disegni – il pupazzo di neve, le immagini del campo di concentramento, la morte e i carri funebri – sono oggetto della mostra “Disegna ciò che vedi” organizzata dal Comune di Lucca, in esposizione al Palazzo Ducale fino al 6 febbraio.

I disegni della piccola Helga rappresentano un’ importante testimonianza dell’olocausto perché documentano in modo chiaro la vita nel ghetto attraverso il ritratto di un’umanità ferita nel quotidiano.